Quando si viaggia ogni giorno, si impara a conoscere abitudini visive, rumori, gesti, momenti e fermate.
Fra questi cè la strana consuetudine di incrociare chi spesso cammina durante il tragitto lungo i treni.
Ci sono in particolare due signori, due passeggeri, di cui una fa su e giù mentre parla concitatamente al telefono, ed un secondo signore, più incastonato e nascosto, con dei piccoli tic facciali, sui 50, mentre porta alle spalle una pregiata borsa da lavoro, rasato.
Appena salito, stamane, l’ho ritrovato sulla carrozza e ho atteso prima di sedermi, perchè sapevo si stesse per alzare da quel posto a due rimasto, che mi fa star più tranquillo in questo periodo. Ho atteso, dicendomi che al solito avrebbe preferito camminare durante il viaggio. Dopo pochi istanti, con la sua ritmica scansione furtiva dei suoi movimenti ha raccolto infatti la sua borsa, ha guardato a destra, ha sollevato con un dito gli occhiali, ha guardato a sinistra, ha piegato il cappotto, stendendolo sull’avanbraccio ed è andato via. Mi sono accomodato. Dormicchiando, affacciandomi ogni tanto verso la vista là fuori.
Dopo 30 minuti e credo 40 chilometri, ad una nuova fermata, rispunta il signore di prima. Sempre lui, con i suoi piccoli movimenti, quasi atti a studiare la carrozza; cappotto piegato e borsa in mano; sale il capostazione, lui si siede più velocemente, con le sue procedure ormai meccaniche, e quasi balbettando gli fa cenno: vuole pagare il biglietto, non è riuscito a fa, farlo – dice. Il capostazione procede, lui paga con la carta, toccandosi tre volte gli occhiali per sistemarsi meglio. Il capostazione si sofferma a guardare la sua borsa. Il biglietto costa da questo momento fino alla prossima fermata dove abitualmente scende. Credo abbia risparmiato almeno 10 euro, e sul treno molto prima di me. Sono basito. Sorpreso. Si rivela il mistero.
Dopo mesi capisco che non ha una mania del camminare perchè non gradisce restare nello stesso posto durante il viaggio o altro. Lo fa, e ora aggiungo teatralmente, ogni giorno, per risparmiare o chissà per gioco, mi piace fantasticare. Ma lo fa deliberatamente, fingendo di esser appena salito sul treno, ogni 10 minuti, finchè non è costretto a pagare; solo allora resta al suo posto, sorridendone magari o forse esattamente il contrario, costretto a farlo pur di sostenere questo viaggio quotidiano per andare a lavoro. Dopo altri 10 minuti è sempre li, non si muove dal suo posto, non ne ha più bisogno. Oggi.
(9.02.2022; M.P.)